Intervista alla coworker Chiara Aliprandi

Intervista: Coworking Sovico nell’esperienza di Chiara Aliprandi, professionista del mondo della cooperazione.

Oggi abbiamo il piacere di presentarvi Chiara Aliprandi, assidua frequentatrice di Coworking Sovico.

In questa intervista, Chiara ci racconta il suo percorso professionale, le sue passioni e come il Coworking abbia contribuito a trasformare il suo modo di lavorare, aumentando la produttività e creando nuove opportunità di connessione.

Un viaggio tra progetti, esperienze internazionali e la scelta di un ambiente stimolante come quello di via Giovanni da Sovico 96.

Ora lasciamo spazio all’intervista e diamo la parola all’entusiasmo e alla determinazione di Chiara!

Buongiorno Chiara e ben trovata! Ti va di presentarti brevemente ai lettori di CoworkingSovico?

Buongiorno Massimo! Sono Chiara Aliprandi, ho 27 anni (ancora per poco!). Di professione sono progettista e consulente per enti e associazioni no profit, e ricopro anche il ruolo di Consigliera di minoranza per Sovico Progressista nel Consiglio Comunale di Sovico.

Dopo il liceo ho conseguito la laurea in filosofia, ma sapendo già di non voler intraprendere la carriera accademica o l’insegnamento, mi sono presa un anno sabbatico dedicandomi al Servizio Civile in una ONLUS: lì mi sono innamorata del mondo della cooperazione. Ho quindi frequentato un master in progettazione e mi sono lanciata in questo settore.

In questo percorso ho vissuto anche quasi un anno in Portogallo, grazie a un progetto di volontariato europeo (ESC), un’esperienza che mi ha permesso di vedere da vicino come funzionano i progetti europei e che è stata molto formativa.

Mi appassionano il cinema e il teatro, e sono una persona molto curiosa e sempre alla ricerca di nuovi stimoli: per questo cambio spesso hobby. In questo periodo, ad esempio, mi sto cimentando nel lavoro a maglia!

Qual è l’attività che svolgi, qui al Cowo® di via Giovanni da Sovico 96?

Sono una progettista e consulente per enti e associazioni no profit.

Mi occupo di scrivere progetti, individuare bandi di finanziamento a cui proporre queste idee e qualora vengano finanziate per alcune associazioni mi occupo anche dell’implementazione delle attività e della rendicontazione.

Lavoro come freelance e questo mi permette di seguire diverse associazioni con progettualità varie.

Essendo per altro all’inizio del mio percorso (in modo fisso e continuativo da poco più di un anno) avere a che fare con realtà che si occupano di settori molto distinti mi permette di imparare davvero molto sulle diverse sfide che ogni progetto, bando, associazione pone. Finora ho infatti lavorato in diversi modi con enti che si occupano di aiuto umanitario, cooperazione allo sviluppo, agricoltura, lavoro, educazione, e inclusione sociale sul territorio.

Hai scelto una carriera non comune… complimenti.
Come ispirazione per altri che vogliano seguire la stessa strada, qual è un aspetto del tuo lavoro che ti entusiasma e – viceversa – cosa rappresenta per te una sfida da risolvere? 

Grazie! Penso che sia un lavoro che ho sempre voluto fare, fino a cinque/sei anni fa non avevo gli strumenti per descriverlo, ma sono sempre stata attratta da questa idea di lavorare per “costruire un mondo migliore” o almeno provarci.

Quindi sicuramente c’è questo aspetto di sapere che quello che stai facendo, nel piccolo o nel grande, sta contribuendo ad un cambiamento. È sempre bello parlare con i beneficiari che ti raccontano quanto quell’attività gli ha fatto bene, o quel macchinario è stato utile per la realtà che stai sostenendo. Ripaga anche tutti gli sforzi.

A livello generale nel mondo del terzo settore ci sono sempre più bisogni e sempre meno risorse, è un ambiente sempre più competitivo per le associazioni e sulle ragioni ci si potrebbe scrivere un saggio.

Per rimanere nel mio sicuramente una difficoltà è quella di rimanere sempre aggiornati e competenti sulle diverse modalità di richiesta fondi. Ogni ente finanziatore ha una sua piattaforma diversa e complessa, una sua modalità di strutturare il budget e bisogna essere in grado di saperle gestire tutte. Avere a che fare con molti partner, molto diversi da gestire nelle loro peculiarità è sicuramente un aspetto sfidante.

Infine, personalmente, anche l’aspetto freelance di dover gestire il lavoro con diversi clienti non è semplice, ma sto imparando!

Ritieni che lavorare al Coworking abbia un impatto sul tuo lavoro? Se sì… positivo o negativo?

Assolutamente in positivo! Sono molto più produttiva.

Ho scelto di venire a lavorare qui proprio per questo! Lavorando spesso da casa mi mancava da una parte il contatto umano, anche una breve pausa caffè in cui scambiare due chiacchiere con qualcuno, ti aiuta.

Dall’altra parte essere circondata da persone che lavorano mi aiuta a lavorare meglio. A casa da sola, tendo a distrarmi, mettermi a fare altro, guardare il telefono. Se ci sono altre persone intorno invece, ho una sorta di ansia da prestazione che mi dice che devo dimostrare anche io di star facendo qualcosa. È contorto, lo so, ma funziona!

Consiglieresti il Coworking come scelta organizzativa? Per quali motivi?

Direi di sì, specialmente per chi magari ha difficoltà a organizzarsi la giornata. Ti dà l’idea comunque di essere in un ufficio. Cerchi di entrare per una certa ora, e ti costringi a staccare quando è tardi. In più se hai voglia di compagnia, c’è sempre qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere.

Dal generale al particolare: c’è qualcosa qui al Cowo® di Sovico che ritieni unico, speciale? 

Premesso che è l’unico Cowo® in cui abbia mai lavorato, non credo di voler lavorare in altri! A partire dall’ambiente che Alberto ha costruito, così interessante e sfaccettato, ogni angolo è diverso. È un ambiente accogliente e stimolante.

Durante le call tutti mi fanno i complimenti per gli sfondi sempre diversi! E poi ci sono molti professionisti che frequentano il Cowo®, sempre disponibili per fare due chiacchiere, confrontare idee e coinvolgerti in progetti. È davvero un ambiente stimolante sotto tutti i punti di vista.

Infine: confrontando una tua giornata di lavoro prima di unirti alla community di Cowo® Sovico ed una, invece, qui tra noi, che differenze riscontri?

Come dicevo: prima di iniziare a lavorare al Cowo® di Sovico, le mie giornate lavorative erano molto più frammentate e spesso meno produttive.

Lavorare da casa, per quanto comodo, mi portava facilmente a distrarmi e a perdere la concentrazione, con continui alti e bassi nella gestione del tempo e dell’energia.

Da quando invece sono entrata a far parte della community di Cowo® Sovico, ho trovato una maggiore struttura nella mia giornata: avere un luogo fisico in cui recarmi ogni mattina mi aiuta a scandire meglio i tempi di lavoro e a mantenere alta la concentrazione.

Inoltre, l’ambiente stimolante e il contatto quotidiano con altri professionisti mi dà nuove energie, spunti e motivazione. Insomma, lavorare qui ha portato una grande differenza in termini di produttività, qualità del lavoro e anche benessere personale!

Un Coworking che fa la differenza.

L’intervista a Chiara mostra come uno spazio condiviso possa fare davvero la differenza nel quotidiano di un professionista.

La scelta di lavorare in un Coworking non è solo una questione di scrivanie o connessione internet, ma di comunità, di stimoli continui e di nuove prospettive.

Se vuoi scoprire come il Coworking Sovico può migliorare anche il tuo modo di lavorare, passa a trovarci.